Gaffe e figuracce: come evitarle?
Il rischio di fare gaffe attraverso considerazioni offensive, confidenze inopportune e domande indiscrete è sempre dietro l’angolo. Chi parla non ha nessuna intenzione di ferire l’altro, però lo fa. Perché dà per scontato che l’informazione in suo possesso sia conosciuta da tutti. Ma soprattutto parla senza pensare alle conseguenze delle sue frasi.
L’argomento che espone di più al rischio figuracce è quello dei sentimenti e dei rapporti di coppia. E l’unica cosa che si può fare è attenersi alle regole d’oro: mai dare informazioni sensibili, se non sono richieste, e mai farsi prendere la mano da uno spontaneismo fanciullesco.
Esiste poi una categoria a parte di gaffeur: quelli che ragionano per stereotipi. Per loro il mondo è quello codificato dalle consuetudini e non concepiscono le eccezioni. Per loro, per esempio, le coppie sono composte da un uomo e una donna, più o meno coetanei, che fanno figli in giovane età. E qualsiasi situazione che si discosta da questi stereotipi per loro non è concepibile. Chi ragiona in questo modo deve sforzarsi di decostruire i suoi schemi mentali. Ancora di più se ha in programma un viaggio all’estero dove ci sono regole sociali e culturali diverse.
Ci sono poi le figuracce fatte dagli smemorati, cioè da tutti coloro che hanno le informazioni, ma temporaneamente le dimenticano. Questo tipo di gaffe è fatta solitamente dagli egocentrici: individui che faticano a mettersi nei panni degli altri; e quando parlano seguono un ragionamento autoreferenziale che non tiene conto dell’interlocutore.
A volte le gaffe si fanno anche solo per pura e semplice sbadataggine. E in questo caso può incapparci chiunque. Una regola d’oro in questi casi è quella di parlare il meno possibile, soprattutto se ci si trova in contesti poco conosciuti, dove è più facile fare gaffe. Meglio osservare, informarsi, studiare la situazione e solo quando si è certi di averla capita si può iniziare a lasciarsi andare…senza esagerare.
Quando invece il danno è fatto la cosa da non fare è cercare di riparare goffamente alla brutta figura. Molto meglio far finta di niente, soprattutto se l’interlocutore è stato anche ferito dalla gaffe. Magari chiedendo scusa e cambiando discorso.
Lo conferma anche una ricerca della Duke University negli Stati Uniti che ha mostrato che in caso di gaffe, è meglio seguire tre regole: chiedere scusa senza attribuire responsabilità ad altri; offrirsi di risarcire un eventuale danno materiale (mentre un “Mi dispiace non volevo ferirti” è la risposta migliore se si è urtata la sensibilità di una persona) e, terza regola, alleggerire la tensione facendo una battuta.
Dott. Alessandro Centini
Psicologo-psicoterapeuta
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