PSICOTERAPIA : non è una cura per “matti”
Purtroppo nel 2017 (quasi 2018) ancora c’è chi pensa che andare in psicoterapia sia “da matti”. Chi decide di andare in terapia è tutt’altro che matto, anzi ha preso coscienza e consapevolezza del proprio problema, e in questo modo ha fatto un passo da gigante verso la soluzione del problema. A volte la vita ci pone di fronte a degli ostacoli e a delle difficoltà che non riusciamo a superare con le nostre uniche forze e capacità e finché non accettiamo la realtà rimaniamo imbrigliati in sentimenti negativi di sofferenza che con il passare del tempo possono diventare la “normalità”.
Andare in terapia è un “atto di coraggio” di persone che non vogliono più sottostare alle loro sofferenze e cercano di reagire affidandosi ad un professionista nel campo psicologico. La stessa cosa accade anche in altri campi: quando abbiamo un dolore ad un braccio, per esempio, ci affidiamo senza timore ad un ortopedico oppure se non riusciamo a dimagrire cerchiamo un dietologo. Allora perché andare da medici è diventato una “routine” mentre andare dallo psicoterapeuta ancora spaventa e imbarazza? Probabilmente per un fattore esclusivamente culturale, visto che nella nostra società ancora troppo spesso andare in terapia lo si ritiene un fattore di debolezza e quindi si ha paura di essere “ghettizzati” dagli altri. Il paradosso è proprio questo perché chi prende la decisione di rivolgersi ad un terapeuta in realtà sta dimostrando una grande forza sia nell’accettare di avere delle difficoltà psicologiche sia nell’affidarsi alle mani di un esperto per non sottostare alle proprie emozioni negative e ricercare un benessere psicologico nella propria vita che ormai hanno perso da tempo.
La sorpresa viene dagli uomini che sempre più spesso si rivolgono alla psicoterapia, mentre fino a qualche anno fa c’era un enorme gap tra loro e le donne nelle richieste dovute soprattutto al fatto che vivevamo nel culto del “macho”, cioè dell’uomo che non deve chiedere mai, mentre ora, grazie anche al raggiungimento in molti ambiti della parità dei sessi, questo gap si è notevolmente ridotto. C’è anche un altro problema che induce spesso a rinunciare alla psicoterapia, mentre nessuno si sognerebbe di rinunciare mai ad un medico per un problema fisico: la nostra società vuole delle soluzioni veloci ed immediate senza doversi impegnare troppo ed è per questo che c’è un grande uso (spesso abuso) di farmaci. Al contrario della medicina, la psicoterapia non ha “scorciatoie”, necessita di tempo, impegno e motivazione e questo porta a volte a desistere dall’intraprenderla. Però se guardiamo oltre il nostro naso possiamo vedere tutto ciò che possiamo ottenere a lungo termine con la terapia: al contrario dei farmaci che lavorano solo sui sintomi del problema, la terapia tenta di estirpare il problema alla radice per raggiungere il grande obiettivo di godere in pieno della nostra vita, che non è eterna.
Alessandro Centini
Psicologo-psicoterapeuta
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