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BAMBINI: l’importanza della comunicazione

Come ho spiegato in un mio precedente articolo, l’assertività è la capacità di affermare in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni, senza prevaricare né essere prevaricati, con l’obiettivo di creare rapporti interpersonali positivi basati sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione, imparando ad affrontare anche le situazioni problematiche (per approfondimenti>Dott. Alessandro Centini – ASSERTIVITA’: saper comunicare efficacemente).

L’assertività, quindi, non è una modalità relazionale innata, ma si sviluppa nel corso della vita in situazioni sociali, partendo all’inizio soprattutto dalle interazioni che si svolgono nel nucleo familiare. Dall’asilo in poi aumenta l’importanza delle interazioni con i coetanei e man mano che si cresce l’ambiente ci richiede sempre più abilità sociali ma anche flessibilità nella loro applicazione. Il bambino perciò apprende l’assertività sia dall’ambiente, sia in risposta all’ambiente. I vantaggi di una buona assertività sono uno sviluppo positivo del bambino, che significa anche un buon concetto di sé e una maggiore autostima.

In alcuni bambini si possono riscontrare scarse abilità sociali, che possono condurre a problemi di passività o di aggressività. Per esempio alcuni non riescono ad instaurare o mantenere contatti con i coetanei, a parlare di sé o ad esprimere i propri bisogni, le proprie opinioni o le proprie emozioni a causa della loro ansia o timidezza. Altri invece reagiscono sempre con aggressività e vogliono essere sempre al centro dell’attenzione, senza rispettare i diritti, i desideri e le emozioni degli altri.

Questi stili anassertivi possono essere dovuti a caratteristiche di personalità o al fatto che il bambino, nell’ambiente in cui vive, non ha mai avuto modelli genitoriali adeguati e/o non ha avuto sufficienti occasioni e motivazioni per emettere uno stile relazionale assertivo (ad esempio a causa di rifiuto o isolamento da parte dei coetanei). Inoltre molti bambini con disturbi internalizzati (disturbi d’ansia e dell’umore) tendono a stili relazionali passivi, mentre quelli con disturbi esternalizzati (disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disturbo della condotta, disturbo oppositivo provocatorio) tendono all’aggressività.

Le ricerche dimostrano che la progettazione di training assertivi per i bambini sono molto utili: si è visto che, al di là di quale sia l’origine della problematica del bambino, una migliore interazione sociale basata sull’assertività sia un buon punto di partenza per aiutare il bambino a sentirsi meglio e più a proprio agio nei vari contesti che deve affrontare. Anche a mio parere l’insegnamento di uno stile relazionale assertivo in età evolutiva può rafforzare lo sviluppo positivo del bambino e può contribuire a prevenire l’insorgenza di problemi più gravi nell’adolescenza e nell’età adulta. Un training assertivo è quindi un buon metodo per approcciare il bambino con scarse abilità interattive o con disturbi internalizzati e esternalizzati. (Assertività e training assertivo – Francesca Baggio – Franco Angeli editore).

Dott. Alessandro Centini

Psicologo-psicoterapeuta

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