Infatuazione: è vero amore?
Quali sono le principali differenze tra vero e proprio innamoramento e una semplice infatuazione? Cosa succede ad una coppia in cui le caratteristiche e i lati del carattere del partner che ci hanno fatto innamorare col tempo, nel rapporto, diventano addirittura insopportabili? Perché quelle cose che ci hanno provocato affetto, attrazione, arrivano a suscitare rancore?
Siamo “pazzi” d’amore?
Le radici di questo problema risiedono spesso nel momento iniziale del rapporto, quello che solitamente si chiama periodo dell’infatuazione o pseudo-amore, che spesso è molto più dell’insieme di sentimenti e desideri ardenti, ma è definito dagli psicologi un vero e proprio stato di infermità mentale.
Questo perché l’atteggiamento dell’amante rimanda proprio ad alcuni elementi tipici di alcuni disturbi mentali: l’essere continuamente assorto in pensieri e immagini della persona amata rimanda ad aspetti della nevrosi ossessiva. Così come la visione idealizzata del partner e la conseguente idealizzazione delle qualità positive si trovano tipicamente nel pensiero maniacale.
Questi elementi hanno portato lo psicologo Stanton Peele a paragonare l’infatuazione alla tossicomania presentando infatti gli stessi picchi di alti e bassi. L’infatuazione ha quindi un ruolo fondamentale nel creare quel legame possente che spinge poi la coppia ad impegnarsi in un rapporto. Però è pericoloso perché a volte si tende ad idealizzare il partner fino ad eliminare complessivamente le caratteristiche negative e ad allontanare considerazioni realistiche. Durante il corteggiamento perfino il comportamento più sgradevole può essere rigirato e reso positivo: “La sua rabbia verso di me è la prova del suo amore”. Il piano di infatuazione sembra predisposto per impedire, o quanto meno minimizzare, le valutazioni negative.
Come salvarci dalla disillusione?
Nel momento in cui si stabilizza il rapporto e diventa fisso, inizia il momento delle aspettative latenti di cui non si parla, perché considerate talmente ovvie da non essere esplicitate, ma che creano inevitabilmente delle delusioni generate dalla disillusione. Questo perché l’infatuazione crea un vero e proprio inganno nel quale i partner danno il meglio delle loro personalità e vendono al meglio la propria “merce” e questo crea nell’ altro aspettative non realistiche su quello che sarà il proprio comportamento dopo il matrimonio.
In un rapporto fisso si tende ad esagerare nella considerazione di alcuni aspetti del carattere del partner che tendenzialmente si considererebbero in maniera moderata se si trattasse di parenti o amici. L’infatuazione, sia pure non intenzionalmente, favorisce l’inganno. In molti rapporti la delusione nasce anche dal fatto che i partner si ritengono legittimati ad avanzare certe pretese. Con il crescere della disillusione basta qualche motivo di disappunto per giustificare l’attribuzione al partner di un’etichetta negativa (per es. se un marito non si mostra particolarmente sensibile in una certa occasione, è dichiarato insensibile). Diventa fondamentale conoscersi più a fondo: questo è possibile solo grazie ad una prova di comunicazione, grazie anche all’incoraggiamento reciproco all’esternazione di segni di apprezzamento sostituendo modelli comportamentali tipici dell’egocentrismo con altri più funzionali alla coppia.
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